Riportiamo un articolo di un ns lettore pervenuto alla ns redazione, che dimostra da un lato la poca attenzione a far conoscere la nostra storia, dall'altro l'impegno del tutto gratutito di un cittadino comune per far conoscere le bellezze della sua amata Ascoli.

Cartiera di Ascoli.. questa sconosciuta!

Recentemente ho avuto contatti epistolari con Piero Scapecchi; e chi è costui, direte voi: Piero Scapecchi è il direttore della Biblioteca Nazionale di Firenze, dipartimento “Manoscritti e rari”.
In conseguenza di ciò, ho avuto modo di leggere il suo: " Incunabolo, itinerario ragionato di orientamento bibliografico", Associazione Italiana Biblioteche ( 2004 ); ebbene, nel capitolo dedicato alla produzione della carta necessaria per i libri stampati prima del 1500 ( incunaboli appunto), spicca l'assenza di qualunque riferimento ad Ascoli; l'unica nota bibliografica è: " Carte e cartiere nelle Marche e nell'Umbria dalle manifatture medievali all'industrializzazione", Ancona, Proposte, 1993.
Purtroppo anche qui, non ho trovato alcun riferimento alla nostra cartiera, quando è noto che negli Statuti cittadini ( 1377 ), a parte il rapido cenno
alla " acqua del calcinaro per l'arte de le carte", è detto chiaramente che in detta città, oltre alla " carta ciappina overo pecorina" si fabbricava anche quella " bambagina" ( dagli stracci ) per non menzionare poi il ritrovamento fatto nel 1897 da Augusto Lisini in un vecchio "istrumentario" del Comune di Colle Val d'Elsa della notizia che il 20 Maggio 1349 veniva data, in loco, in affitto " una caduta d'acqua con gora,casalino et gualcheriam ad facendas cartas....a
Tommaso di Buonaventura e a Michele suo figlio, cartai di Ascoli". Ho preso allora carta e penna ( elettronici ) e fatto notare, non senza timore, all'illustre professore quella che a me è parsa una grave mancanza; la Sua risposta è stata,con mia grande sorpresa, la seguente: “Gentile Signore,
Lei ha certamente ragione per quel che riguarda le cartiere ascolane e la ringrazio della segnalazione; cercherò di riparare se Lei avrà la cortesia di inviarmi il volume che ne tratta”! In sostanza, uno dei più importanti esperti di incunaboli in Italia, non conosce la nostra Cartiera, ammettendo peraltro, senza remore e a suo merito, il fatto! Il giorno successivo al ricevimento della missiva, ho spedito al prof. Scapecchi il volume " Gli Opifici di Porta Cartara ad Ascoli Piceno", di A.M. Eustacchi, V. Borzacchini, A. Guidotti.

Detto ciò io mi chiedo: non era forse il caso di spedire il libro di cui sopra alle più importanti biblioteche italiane? E se ciò è stato fatto, perché il professore di cui sopra non ne era a conoscenza? E poi ci lamentiamo che le nostre bellezze, la nostra storia non le conosce nessuno!

Augusto Agostini

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