24-01-10

“In centro storico non è tutto lecito”

Cinti di “Ascoli da vivere” chiede fermezza ma aggiunge che è necessario sensibilizzare i giovani

Ascoli
Contrasto e sensibilizzazione, costituzione di un coordinamento tra enti, associazioni e singoli cittadini, creazione di un punto informativo.
Sono queste le mosse da compiere, a detta di Giuseppe Cinti, presidente dell’associazione “Ascoli da vivere” che ha avviato un censimento delle superfici imbrattate, per combattere efficacemente il dilagante fenomeno, principalmente in centro storico, degli imbrattamuri. “L’opera di contrasto - sostiene Cinti - rappresenta un forte deterrente verso chi pensa che il nostro centro storico sia terra di nessuno.
Per combattere questo fenomeno occorrono regole ferree; bisogna fermare lo strisciante messaggio che sia tutto lecito.
In questo senso, dovremmo fare nostra la “teoria della finestra rotta”, enunciata dai criminologi Wilson e Kelling, secondo la quale la criminalità è contagiosa: può iniziare con una finestra rotta e diffondersi a un'intera comunità.
In una città, problemi di minore importanza, come i graffiti appunto, sono l'equivalente delle finestre rotte, ossia inviti a crimini più gravi.
Questa teoria ha portato città come New York, negli anni Ottanta, a concentrarsi sull'eliminazione dei graffiti nelle metropolitane. “Ascoli da vivere” accoglie positivamente l’idea che anche in città si pensi di affrontare con vigore il fenomeno degli imbrattamuri. Sembra crescere la sensibilità della gente verso il problema.
Nel contempo, tuttavia, deve svolgersi una campagna di sensibilizzazione, a cominciare dalle scuole, molte delle quali sono coperte di scritte e quindi ipotetico serbatoio di tanti piccoli writers. Ora che entrerà in azione l’idropulitrice è bene portarla nelle scuole e mostrarne il funzionamento.
Nel contempo è opportuno individuare alcune strutture per dare la possibilità ai writers di esprimere la propria creatività”.

Cinti aggiunge: “Altra iniziativa da realizzare per contrastare chi imbratta i muri è costituire un coordinamento all’interno del quale far confluire varie realtà del territorio quali associazioni di volontariato, associazioni di amministratori di condominio, rappresentanti della Polizia municipale e semplici cittadini.

Infine, sarebbe utile creare un punto informativo a beneficio della cittadinanza, dove ognuno possa ricevere risposte su tutto ciò che riguarda la battaglia contro gli imbrattamuri”.

Si è parlato di una collaborazione tra l’Arengo e l’associazione “Ascoli da vivere” per quanto riguarda l’opera di censimento dei segni lasciati dai writers. “Ho sentito il sindaco Castelli su questo argomento qualche mese fa - dichiara Cinti - ma è ancora tutto in sospeso. Bisogna attendere l’arrivo della macchina idropulitrice prima di pianificare l’eventuale azione. Nel maggio del 2007, nell’ambito della manifestazione “I am Ascoli”, avviammo un censimento. Da due anni siamo fermi anche perché a mio avviso è bene muoversi secondo step chiari.

E’ utile seguire l’esperienza di altre città e quindi occorre innanzitutto individuare un quartiere oppure una via da cui cominciare la pulizia; censire tutte le scritte presenti sui muri, iniziare una convinta opera di ripulitura e monitorare costantemente la zona in questione, rilevando e cancellando immediatamente qualunque nuova scritta. Una volta che la situazione è sotto controllo, l’operazione può essere estesa ad altre vie o zone della città. Ascoli è particolare, ci sono tante rue, quindi il monitoraggio diventa impegnativo.
Qualora gli interventi andasse a regime, l’obiettivo diventerebbe raggiungibile.
E’ bene comunque che il censimento venga svolto in prossimità dell’inizio dell’operazione”.

pierfrancesco simoni,
fonte:corriereadriatico.it

Nessun commento: