Dalla lettera di un nostro lettore:

Incuria e prepotenza ai danni di Ascoli

Negli ultimi mesi sono stato tristemente colpito da alcuni casi di pesante incuria e prepotenza perpetrati alla nostra Ascoli.

1. Alle persone per bene, magari a quelle che hanno combattuto per la nostra libertà, raccomando vivamente di non visitare il monumento a V.Emanuele II posto nei giardini di viale Indipendenza; stesso discorso dicasi per la fontana dei cani (corso Mazzini, angolo via Sacconi).
Sicuramente non reggerebbero allo scempio che si presenterebbe ai loro occhi.

2. La palina con indicazioni turistiche piantata in Piazza del Popolo vicino a S. Francesco è stata finalmente rimossa; propongo comunque di rendere pubbliche le generalità del geniale progettista che aveva ordinato di sistemarla a un metro e mezzo circa dall'edicola barocca eretta dallo scultore Lazzaro Morelli nel 1639).

3. La pianta di fico (?) cresciuta da qualche anno sopra l'altare del Giosafatti (trasferito nei giardini del Colucci) è stata rimossa grazie alla sensibilità del Sindaco Castelli, soltanto qualche giorno dopo la sua elezione a primo cittadino. A quando le prossime azioni per il restauro completo dell'altare?

4. L'immane degrado dei muri della nostra città (writers?), complice la massima indifferenza di tutti noi. Ma chi sono questi DRUST, KORE, RIFE, DRIA, ecc. ecc.? Mi dicono che sono ben conosciuti dalle forze dell'ordine e che li dobbiamo impunemente sopportare. Ma vogliamo invece agire con fermezza e tolleranza zero nei riguardi dei vandali, come fanno in altre città italiane? Prima questo e poi forse potremo proporre Ascoli come èatrimonio dell'umanità.

5. L'azione che reputo più grave di tutte in senso assoluto è stata quella di affiggere un cartellone elettronico (!) sotto i portici del palazzo comunale, in Piazza Arringo.
Ma è concepibile che un dipendente comunale, quindi al servizio della collettività, possa violare così vistosamente le leggi vigenti e portare a compimento un tale progetto? E per il massimo spregio va a sciegliere una ditta fornitrice di Alberobello, nella provincia di Bari?
Ricordo poi come l'ex commissario prefettizio Costantini avesse disposto di togliere tale scempio con la massima sollecitudine. Ma il tabellone è sempre lì, in bella mostra per tutti i turisti in arrivo, per tutte le solenni festività religiose e civili del Santo Patrono.
Mi piacerebbe tanto che per un certo numero di mesi venisse prelevata dallo stipendio del dipendente arrogante una sostanziosa quantità di denaro, fino a risarcimento completo.
Distinti saluti.

Dr. Edo Orazi

Nessun commento: